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Il trattamento preventivo in ginecologia

Intervista alla Dott.ssa Eleonora Petra Preti - Ginecologa - sessuologa responsabile
Basso Tratto Genitale IEO, Milano

 

“Il trattamento preventivo è fondamentale”
 

Quali sono le patologie che incidono su fisico e sessualità più frequenti
a cui vanno incontro le pazienti con tumore al seno metastatico?

 

Uno dei principali aspetti da tenere in considerazione nel percorso di malattia delle donne con tumore al seno
metastatico è sicuramente quello legato alla menopausa indotta e ai suoi effetti collaterali che riguardano tutti i
distretti corporei, dalla testa ai piedi. Il tema della sindrome genito-urinaria diventa molto importante:
secchezza vaginale, scarsa lubrificazione, dolore durante i rapporti, sono tutti eventi progressivi e cronici che vanno
 trattati da subito.

La sintomatologia non riguarda, però, solo il distretto locale; c'è il calo della libido, le vampate di calore, scarsa
attenzione, difficoltà di concentrazione, tutto un corteo di sintomi che vanno a peggiorare la situazione.
È per questo che il trattamento preventivo, anche prima della comparsa stessa dei sintomi, è fondamentale per raggiungere e mantenere buoni risultati.

Sin dall'inizio delle terapie o dopo qualche settimana, anche se la donna non ha sintomi o problemi, si possono
iniziare a utilizzare periodicamente gli ovuli e delle creme locali, a seconda della paziente e della sua situazione, che sono in genere idratanti. Più si usano e meglio è perché vanno a mantenere l'idratazione della zona genitale, sia mucosa vaginale che mucosa vulvare e della zona esterna. Questa è la regola base, il punto di partenza per gestire
quella sintomatologia. Se questo non è sufficiente, si possono adottare altri trattamenti per migliorare i disturbi in questa zona. Oggi ci sono davvero tante alternative e vanno gestite sempre in accordo col medico oncologo curante e alle esigenze della paziente.

Quali possono essere gli altri trattamenti?
 

Ci sono delle terapie fisiche, come ad esempio il laser, la radiofrequenza, e l'elettroporazione che si utilizzano nella
pratica clinica e non provocano danni nelle donne in menopausa fisiologica e quindi non dovrebbero danneggiare
neanche le donne in terapia. Intervengono sulla mucosa, stimolando la produzione di collagene e aumentandone
quindi lo spessore e l'idratazione, agendo sia a livello vaginale, sia vestibolare. Quella del vestibolo è la parte più critica, quella dell'ingresso vulvare, dove la donna sente più fastidio e dolore durante i rapporti. Ed è qui che agiscono nello specifico questi trattamenti.
Non esiste uno strumento che agisce meglio degli altri, ognuno ha i suoi benefici e l'utilizzo di uno o dell'altro dipende dalla condizione della paziente e dalla sintomatologia prevalente. Se si parte da una condizione già avanzata di sintomi, sicuramente non basterà
un solo trattamento. È per questo che è importante iniziare da subito.

Se gli idratanti e le altre terapie non ormonali non sono sufficienti a migliorare i sintomi allora è possibile, in accordo
con l’oncologo curante, utilizzare la terapia ormonale locale. Estrogeni a bassa potenza, come il prasterone, sono
farmaci che hanno un passaggio in circolo di metaboliti inattivi o un passaggio minimo di ormoni e possono essere
utilizzati ovviamente con modalità e tempistiche adeguate.

Ci sono poi sostanze naturali che possono aiutare per il problema delle vampate di calore, come l'estratto di polline
e di cimicifuga, che sono integratori e non hanno niente di ormonale: aiutano a diminuire gli effetti delle vampate,
migliorando la qualità di vita della paziente.


I contenuti di questo Sito Web sono di natura puramente informativa.
È opportuno consultare sempre un medico prima di prendere qualunque decisione circa il proprio stile di vita.


 

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