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Covid-19 

1. LA NUOVA NORMALITÀ

L’emergenza sanitaria è finita, il COVID-19 no

5 maggio 2023: l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara la fine dell’emergenza sanitaria di interesse internazionale scatenata dal Coronavirus, che ha causato almeno 20 milioni di morti nel mondo.
 

È arrivato il momento di dimenticare il COVID-19? La fine dell’emergenza sanitaria non significa che il COVID è scomparso ma che non è più una malattia causata da un agente patogeno sconosciuto al nostro sistema immunitario, e che, presumibilmente, non causerà altre impennate nei tassi di contagio, ospedalizzazioni e decessi, seppur circolando.

Siamo in una Nuova Normalità dove conviviamo con il virus SARS-CoV-2 oramai diventato endemico: continua a circolare ma, grazie alla vaccinazione su larga scala e all’immunizzazione di ampie quote della popolazione guarite dalla malattia stessa, ha ridotto in parte la sua capacità di causare una malattia grave.
Tuttavia, a causa delle varianti e della decrescita naturale dell’immunità, il COVID-19 continua a rappresentare una minaccia per la salute e la qualità di vita delle persone, ed una sfida per il Servizio Sanitario Nazionale: infatti le re-infezioni da SARS-CoV-2 impattano particolarmente le persone ad alto rischio di progredire a forme gravi di COVID-19, come anziani e persone affette da altre patologie; inoltre, il contagio da SARS-CoV-2 può portare a potenziali effetti a lungo termine, come il Long-COVID, che può svilupparsi indipendentemente dalla severità della malattia nella fase acuta. 

Nuova Normalità vuol dire riprendere la nostra vita di sempre ma continuando a mantenere le “buone norme di convivenza” con il COVID-19: proteggere le persone più fragili e la comunità valorizzando le risorse di prevenzione e trattamento che la ricerca ha messo a disposizione in tempi record per riabbracciarsi ancora… più protetti che mai.

2.    Il virus SARS-CoV-2 cambia, non si estingue 

Come tutti i virus, il SARS-CoV-2 è in continua evoluzione. La variante più recente si chiama XBB.1.16 o Arthur, dal nome della stella più luminosa dell’emisfero celeste settentrionale. Segnalata per la prima volta a gennaio 2023, è stata aggiunta lo scorso 17 aprile alla lista delle varianti di interesse (VOI) dall’OMS per la sua capacità di potenziale diffusione a livello globale che potrebbe contribuire a un aumento dell’incidenza dei casi. 
 

Arthur è molto contagiosa ma, di regola, non raggiunge i polmoni fermandosi alle prime vie respiratorie. Arthur si aggiunge alle numerose varianti attualmente in circolazione, differenti e meno aggressive rispetto a quelle del 2020 e del 2021, ma che possono comunque dare luogo a forme gravi di COVID-19. 
Alcune persone, infatti, possono andare incontro ad un’evoluzione drammatica, dall’ospedalizzazione alla terapia intensiva e all’intubazione, fino al decesso. 


Principali condizioni di rischio per malattia grave (lista esemplificativa non esaustiva)
•    età avanzata
•    patologie oncologiche e oncoematologiche 
•    malattia renale cronica 
•    condizioni neurologiche
•    malattie polmonari croniche 
•    diabete 
•    malattie cardiovascolari
•    obesità

3.    Le reinfezioni e i loro rischi

Un aspetto del COVID-19 che continua ad allarmare è quello legato alle reinfezioni. Dopo più di tre anni di pandemia i casi di infezioni ripetute si sono moltiplicati in tutto il mondo. In Italia, dal 24 agosto 2021 al 5 aprile 2023 i casi di reinfezione segnalati sono stati in totale 1.834.130 (fonte, Report esteso dell'Istituto Superiore di Sanità). 
Le infezioni ripetute da SARS-CoV-2 (seconde, e anche terze infezioni) aumentano il rischio di una progressione severa della malattia e la probabilità di sviluppare il Long-COVID nel medio termine. 

Le reinfezioni possono, inoltre, aumentare il rischio di danno a carico di diversi organi o apparati, comportando quindi anche un aumentato rischio di ospedalizzazione e di decesso, fino a raddoppiarlo (meta-analisi sulla base di oltre 5 milioni di cartelle cliniche di cittadini USA su Nature Medicine  www.nature.com/articles/s41591-022-02051-3). 

Secondo una meta-analisi realizzata sui dati di oltre 18 milioni di pazienti, la vaccinazione:

Se si appartiene a una categoria considerata a rischio, è opportuno confrontarsi con il proprio medico per valutare di proseguire il ciclo vaccinale con una dose di richiamo.  

Inoltre, le persone a rischio di progressione grave di COVID-19, in caso di positività a SARS-CoV-2, possono prevenire un’eventuale progressione di malattia rivolgendosi tempestivamente al proprio medico per un adeguato inquadramento clinico e valutazione dell’approccio terapeutico più appropriato.

4.   Il Long-COVID 
Sintomi e impatto

Anche nella fase endemica il COVID-19 continua a rappresentare un rischio per la salute pubblica e la qualità della vita soprattutto di anziani e categorie a rischio, oltre che per tutta la popolazione.  
Mentre nel pieno della fase pandemica l’attenzione della comunità scientifica era focalizzata alla gestione della malattia acuta, con il tempo stanno via via emergendo nuove evidenze sull’impatto a lungo termine del COVID-19.

Nel 43% delle persone colpite di qualsiasi età, l’infezione da SARS-CoV-2, infatti, provoca il Long-COVID, una sindrome caratterizzata da sintomi che si possono protrarre per mesi. 
È bene sottolineare che il Long-COVID si può manifestare anche nei soggetti che hanno sviluppato una forma lieve, asintomatica o paucisintomatica, della malattia acuta.


Principali sintomi del Long-COVID (lista esemplificativa non esaustiva)
•    stanchezza e spossatezza 
•    mancanza di respiro 
•    dolori muscolari 
•    ansia 
•    disturbi del sonno 
•    depressione 
•    difficoltà di concentrazione, 
•    disturbi dell’umore 
•    emicranie 

Studi preliminari suggeriscono che la vaccinazione riduce il rischio di andare incontro a questa sindrome, anche nelle persone che si sono vaccinate successivamente all’infezione con SARS-CoV-2. Un risultato, questo, che confermerebbe il ruolo centrale dei vaccini non solo nella fase acuta dell’infezione ma anche nel mitigare la comparsa di manifestazioni a lungo termine. (International Journal of Environmental Research and Public Health, https://doi.org/10.3390/ijerph191912422)

BIBLIOGRAFIA

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•    OMS, XBB.1.16 Initial Risk Assessment, 17 April 2023 (https://www.who.int/docs/default-source/coronaviruse/21042023xbb.1.16ra-v2.pdf?sfvrsn=84577350_1)
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•    SORVEGLIANZA COVID-19 - epiCentro.iss.it  
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PP-UNP-ITA-1852

 

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