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Contrastare la disinformazione: un’opportunità per i comunicatori
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26 giugno 2025

Nel mondo iperconnesso di oggi la disinformazione non è più un rumore di fondo, ma una minaccia concreta alla salute pubblica, alla coesione sociale e alla fiducia nelle istituzioni.

È da questa consapevolezza che ha preso forma il webinar promosso da FERPI - Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, con il supporto non condizionante di Pfizer, dal titolo “Contrastare la disinformazione. Dall’infodemia ai Trusted Flaggers: un’opportunità per i comunicatori”, tenutosi venerdì 20 giugno 2025.

L’incontro ha rappresentato un momento di confronto tra esperti di comunicazione, giornalisti, ricercatori e fact checkers, tutti uniti da un obiettivo comune: comprendere e contrastare un fenomeno che si evolve con rapidità e che richiede risposte sempre più sofisticate.

A partire dai dati presentati da Livio Gigliuto, Presidente dell’Istituto Piepoli, è emerso un quadro allarmante: una parte significativa della popolazione italiana continua a credere sostanzialmente in teorie infondate. Questa tendenza risponde a meccanismi cognitivi profondi che rendono le fake news più incisive, memorabili e seducenti rispetto ai contenuti verificati. In questo contesto, la comunicazione non può limitarsi a dire la verità: deve saperla raccontare.

“Comunicare significa generare impatti reali, e ogni parola ha un peso che va ben oltre il messaggio” afferma Filippo Nani. Il presidente di FERPI ha sottolineato l’importanza dell’etica come faro della professione del comunicatore: un’etica viva, capace di adattarsi ai cambiamenti della società e alle sfide poste dalle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale. “L’approccio etico deve essere incentrato sull’umano e sulla responsabilità che come professionisti abbiamo nei confronti dei nostri stakeholder : le organizzazioni per cui lavoriamo, le comunità in cui viviamo e gli operatori dell’informazione e della comunicazione”. In questo contesto, l'etica nella comunicazione non è solo una questione di conformità a codici di condotta, ma un impegno a promuovere un ambiente comunicativo sano, responsabile e rispettoso, dove la fiducia e la verità sono valori centrali.

Luca Alfieri, coordinatore della Task Force FERPI contro la disinformazione, ha evidenziato come oggi la disinformazione rappresenti anche un rischio geopolitico. “Non si tratta solo di notizie false, ma anche di manipolazioni sottili di informazioni vere, capaci di minare la fiducia pubblica e destabilizzare interi sistemi. La risposta passa attraverso la formazione e la costruzione di una responsabilità condivisa tra tutti gli attori della comunicazione.”

Il tema della salute è stato affrontato con particolare attenzione da Angelica Giambelluca, giornalista medico-scientifica, che ha parlato della crescente difficoltà per i cittadini nel distinguere la fonte affidabile con contenuti fuorvianti in campo medico. In un’epoca di disintermediazione, i professionisti della salute devono assumere un ruolo guida, aiutando le persone a orientarsi tra le informazioni in ottica di apo-mediazione.

Noemi Urso, fact checker di BUTAC, ha evidenziato come la disinformazione medico-scientifica abbia avuto effetti tangibili già nel 2016, ad esempio con il calo delle vaccinazioni. Ha inoltre approfondito le diverse forme del cosiddetto disordine informativo - ovvero misinformazione, disinformazione e malinformazione - e l’importanza del fact-checking, oggi supportato da strumenti digitali e intelligenza artificiale.

Lorenzo Canu, coordinatore generale di FERPI LAB, ha illustrato il ruolo dei Trusted Flaggers. Questi soggetti qualificati, introdotti dal Digital Services Act dell’UE, hanno il compito di segnalare con specifica priorità i contenuti illegali diffusi in rete. Seppure non esista ancora un Trusted Flagger specifico per la disinformazione medica, il tema è sempre più urgente e centrale per la tutela dell’informazione della salute pubblica.

A dimostrazione di come l’editoria sia oggi profondamente influenzata dagli algoritmi, Matteo Forte, CEO di Mosai.co dichiara: “In un sistema in cui il successo di un contenuto è misurato in visualizzazioni, spesso a scapito della qualità, è fondamentale dotarsi di strumenti predittivi e analitici per monitorare i trend, valutare la polarità emotiva dei contenuti e individuare potenziali fake news.”

L’intervento di Massimo Alesii ha richiamato l’importanza di una nuova alleanza tra relatori pubblici e giornalisti, fondata su un’etica condivisa e sulla responsabilità verso l’interesse pubblico. “La Carta di Rieti, nata da esperienze di comunicazione in emergenza con FERPI, resta un modello attuale per affrontare le crisi con competenza e umanità”, ha sottolineato Alesii. In questo quadro, la “cittadinanza scientifica” teorizzata a suo tempo dal professor Pietro Greco della SISSA, si conferma una visione auspicabile per rafforzare la democrazia della conoscenza.

Biagio Oppi, responsabile del progetto 'A Dire il Vero' promosso da Pfizer, ha concluso il webinar organizzato da FERPI sottolineando l'importanza di una comunicazione responsabile e corretta. 'A Dire il Vero' è un impegno concreto per promuovere una comunicazione che non solo informi, ma che contribuisca a costruire una società più consapevole e informata attraverso un dialogo aperto e trasparente, fondamentale per contrastare la disinformazione e tutelare la salute pubblica.

È necessario un impegno collettivo che chiama in causa istituzioni, comunicatori, giornalisti, fact checkers, esperti di salute pubblica e rappresentanti del mondo aziendale per costruire insieme una cultura dell’informazione più solida e consapevole.

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